Il senso del viaggio

Il primo passo

­E’ trascorso esattamente un mese dal primo maggio, giorno in cui mi sono svegliata alle 5 di mattina con un’idea un po’ bizzarra e la voglia irrefrenabile di metterla in pratica. Generalmente se mi sveglio a quell’ora guardo con invidia il mio compagno che dorme profondamente, faccio un giro per casa, torno a letto e cerco di riaddormentarmi: qualunque pensiero mi abbia rapita in quel lasso di tempo, quando la sveglia suona è svanito.

Quel giorno, anche se avrei potuto dormire di più, non sono riuscita a riprendere sonno ed ho aspettato che Giuliano si alzasse per raccontargli  quella che nel frattempo era già diventata una decisione. Se avete letto l’interessante biografia sulla destra o visto il video, vi ho già spoilerato tutto, ma perseveriamo con la suspense e, anzi, aggiungiamoci pure una piccola premessa.

Sono un’informatica: nell’azienda in cui lavoro da almeno 10 anni mi occupo principalmente di sviluppare siti internet. In 10 anni si accumulano diverse cose: l’esperienza, le soddisfazioni, le responsabilità, lo stress… e poi loro: le ferie. Per essere più precisi i permessi, tanti da non poter pensare nemmeno per scherzo di prenderli tutti insieme. 

E invece no: succede che all’improvviso, così, a tradimento, vi sfiora la vertiginosa idea di chiederli tutti in una volta. In questa ebbrezza di libertà, vi spingete ancora oltre: non si può prendere due mesi di ferie per passarle a casa, quando vi ricapita!?

A questo punto non fate in tempo a chiedervi se sarà fattibile, azzardato o irresponsabile, che vi immaginate già su strade lontane, a fare cose che non avete mai fatto e a conoscerne altre in modo diverso, nell’unico modo in cui è possibile conoscerle davvero: entrandoci dentro e sporcandosi le mani, con tutto il tempo che occorre. Non sapete ancora se sia possibile, però, incredibilmente, una certezza l’avete: ci proverete.

Questo è il primo passo.

Seguito da molti primi passi, che mi farebbe piacere condividere con voi.

Kuzco: Non dirmelo: stiamo andando verso un’altissima cascata. 
Pacha: Già.
Kuzco: Con massi appuntiti? 
Pacha: È un classico. 
Kuzco: E andiamo! 

Le follie dell’imperatore